“Edilizia green”: oltre le apparenze, verso una sostenibilità integrale

Cosa significa davvero “green” nel contesto dell’edilizia?

Il termine, spesso associato a edifici a basse emissioni, sta assumendo una portata sempre più complessa e articolata.
Con l’introduzione della direttiva europea EPBD IV, il concetto di sostenibilità in edilizia non può più limitarsi alle prestazioni energetiche: la verifica quantitativa attraverso strumenti come l’LCA (Life Cycle Assessment) estende, infatti, il suo campo di applicazione, includendo anche gli impatti ambientali dei materiali utilizzati. Tuttavia, nonostante i progressi normativi, il potenziale dei materiali biobased, delle filiere corte e delle bioeconomie rimane in gran parte inespresso e scarsamente valorizzato e premiato. Questi approcci non solo riducono l’impronta ecologica degli edifici, ma promuovono anche modelli di sviluppo economico e sociale più sostenibili. Allo stesso modo, il concetto di mutui green, declinazione del dettame della finanza sostenibile, risulta per lo più limitato a temi di efficienza energetica e ridotte emissioni attese in fase d’uso dell’immobile, invece che premiare l’uso di soluzioni complessivamente più sostenibili e durevoli.

Dove sta realmente andando questo mercato?

Negli ultimi anni, il settore delle costruzioni sostenibili, in particolare quello del legno, ha vissuto una crescita significativa, trainata dalla crescente consapevolezza dell’importanza dei temi ambientali. Ma dove sta realmente andando questo mercato? Il green non è solo una tendenza, ma un paradigma in evoluzione, che coinvolge tecnologie innovative, materiali sostenibili e cambiamenti culturali, ed è mosso dalla necessità per le aziende di dimostrare la propria sostenibilità attraverso i bilanci di sostenibilità e i criteri ESG.
Iniziando dal settore dei materiali da costruzione, le aziende stanno sviluppando prodotti innovativi e più sostenibili, come il calcestruzzo a basse emissioni di CO2, seppure spesso in assenza di un’onestà intellettuale a livello progettuale capace di selezionare i materiali più indicati per ogni progetto, così da minimizzare gli impatti. Materiali biobased come il micelio, derivato dai funghi, o le alghe, sono la nuova frontiera per isolanti biodegradabili ed efficienti; mentre bambù, paglia di riso, canapa, legno e sughero stanno acquisendo sempre maggiore rilevanza. Inoltre, l’utilizzo di materiali riciclati, come vetro, plastica e metalli recuperati, offre soluzioni più sostenibili sul fronte del contrasto alla scarsità di materie prime.
Nonostante le prospettive positive legate alla finanza sostenibile e alle direttive europee, il settore deve affrontare però la sfida dei costi: le tecnologie green e i materiali naturali e innovativi hanno spesso costi maggiori, se analizzati su un orizzonte temporale e di impatti di breve periodo, e questo ne rende più difficile l’accesso, a favore di materiali più consolidati e facilmente reperibili, ma meno sostenibili. Guardando al futuro, è possibile delineare alcuni scenari chiave, iniziando dal fatto che edifici a energia quasi zero diventeranno la norma, e l’economia circolare si espanderà ulteriormente, con materiali riciclati e processi produttivi a ciclo chiuso che ridurranno l’impatto ambientale del settore. La prefabbricazione diventerà centrale, soprattutto per il retrofit degli edifici esistenti. Infine, campagne educative e una crescente attenzione al valore sociale dell’edilizia green guideranno le scelte dei consumatori.
Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale di questo settore, sarà fondamentale affrontare le sfide economiche, sociali e culturali con un approccio sistemico e inclusivo, in cui efficienza e sufficienza siano concetti alla base della progettazione, nella logica di semplificazione e di ritorno all’essenziale sintetizzata dal motto “less is more”.

 

Edilizia e urbanistica24||di Andrea Dell’Orto